Legge Stabilità 2017 riforma pensioni incoerenze macroscopiche

Leggere alcune dichiarazioni ufficiali di esponenti politici riguardo la Legge di Stabilità 2017 e i provvedimenti per la riforma pensioni si evincono delle incoerenze macroscopiche, si autocelebrano non considerando ciò che dicono a quanto pare, un esempio ce lo fornisce su un piatto d’argento il Presidente Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano che in prima battuta specifica che Il Governo dovrebbe essere disponibile per delle correzioni e subito dopo spiega che nella Legge di Stabilità 2017  le novità vanno nella giusta direzione; quindi il cittadino leggendo determinate affermazioni si domanda: ma la verità dove si colloca?

LE INCONGRUENZE DELLA LEGGE DI STABILITA' E RIFORMA PENSIONI
Pensioni… storia infinita!

Infatti Damiano asserisce: ‘Oggi (15 ottobre, ndr) il Consiglio dei ministri deciderà le linee-guida della legge di Bilancio che verrà discussa dal Parlamento. Sulle pensioni, per quanto riguarda le criticità ancora esistenti, occorre che il Governo si renda disponibile ad alcune correzioni: l’accesso all’APE agevolata, se manterrà la soglia dei 30 e 36 anni di contributi, selezionerà in modo inaccettabile la platea dei beneficiari’; ma non parla della retromarcia che il Governo ha fatto, quando si discuteva non sui 30 o 36 di contribuzione ma di 20 di versamenti contributivi, quindi di cosa stiamo parlando? di una incoerenza assurda che comunque, anche se i sindacati non approvano si farà come deciderà il Governo? non solo il Governo ricatta il lavoratore ma lo prende pure in giro sugli anni di contribuzione versati, prima in un modo e poi facendo la doppia faccia in un altro più gravoso! e queste sarebbero le novità? ne avremmo fatto volentieri a meno!

Prosegue in un altro intervento Damiano: ‘Le novità emerse dopo il Consiglio dei ministri, per quanto riguarda la legge di Bilancio, vanno nella giusta direzione’ – ‘Relativamente al tema della previdenza abbiamo apprezzato l’aumento delle risorse a 7 miliardi e l’innalzamento, da noi richiesto, del tetto della pensione lorda mensile, portato da 1.350 a 1.500 euro (soglia all’interno della quale chi usufruirà dell’Ape agevolata avrà zero penalizzazioni). Va ricordato, inoltre, che chi dovesse avere una pensione superiore a tale cifra (ad esempio un’Ape agevolata da 2.000 euro lordi mensili), pagherà la penalizzazione solo sulla quota che supera la soglia, e quindi circa l’1% di penalizzazione per ogni anno di anticipo’; l’unica novità positiva che emerge è il miliardo di euro in più stanziato per i provvedimenti all’interno del tema previdenziale, ma per quanto riguarda l’Ape rimane comunque una flessibilità in uscita facoltativa per il lavoratore, un ricatto che se vorrà potrà attuarlo portandosi un debito sulle spalle per 20 anni e con una decurtazione sul proprio vitalizio in rapporto all’importo dello stesso, fortunatamente le categorie che vogliono andare in pensione anticipata e che possono usufruire dell’Ape agevolata non pagheranno penalizzazioni di sorta, ma rimane il fatto che chi vorrebbe uscire dal mondo del lavoro, deve pagare una penalizzazione su denaro versato lungo la vita di lavoro! Cosa giusta e buona? non ci sembra affatto!

Ottava Salvaguardia: Damiano spiega: ‘… nella legge di Bilancio c’è l’ottava salvaguardia degli esodati. Valuteremo la soluzione adottata, che ci pare che tenga conto delle nostre osservazioni e che consenta di salvaguardare oltre 25.000 lavoratori. L’importante è che si tratti della soluzione definitiva’ – ‘se si vuole che sia quella definitiva (ottava salvaguardia, ndr), l’allungamento delle scadenze dovrà essere di 36 mesi per la mobilità e di 24 mesi per le altre platee. Le risorse nel Fondo esodati ci sono e non sarebbe ammissibile che fossero dirottate per altri obiettivi’; un numero di lavoratori esodati che a noi risulta essere di 34 mila e non di 25 mila come afferma Damiano, probabilmente i dati forniti dall’Inps non sono veritieri e questa disparità potrebbe essere uno scoglio per la conclusione definitiva di questa situazione tremenda che vede esseri umani allo sbaraglio senza sbocchi da anni! Poi cosa ci sarebbe da valutare ancora se le risorse ci sono, se non concludere definitivamente questa assurda, vergognosa pagina italiana?

Opzione Donna: anche per questa categoria Damiano ha l’argomentazione da offrire: ‘ Aspettiamo di vedere il consuntivo dei risparmi che derivano dall’applicazione della normativa, che a nostro avviso saranno significativi, per utilizzarli al fine di prolungare la sperimentazione. Non accetteremo soluzioni al ribasso: come ha detto giustamente il ministro Poletti, si tratta di risorse esclusivamente destinate per Opzione Donna. In caso contrario riprenderà la mobilitazione democratica per far applicare integralmente la legge’ – ‘Resta da definire il tema di Opzione Donna: le risorse risparmiate dovranno essere tutte utilizzate per proseguire la sperimentazione. La mobilitazione parlamentare e sociale continuerà per ottenere l’obiettivo previsto dalla legge’; e cosa si aspetta, il regime sperimentale Opzione donna, sono anni che chiede una ufficialità che non arriva, il Governo ha sempre una risposta pronta ma mai positiva per problemi che sono inerenti ai lavoratori e alle lavoratrici, bisogna sempre aspettare, ma aspettare che cosa? che le incoerenze diventino coerenze? abbiamo da sperare allora…

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